Condividiamo un caso di cui si è occupato il nostro studio, predisponendo l’analisi della documentazione, relazione tecnico-contabile e fornendo consulenza al legale del cliente.
Il cliente, versante in un periodo di crisi, era destinatario di un decreto ingiutivo da parte della banca, per l’importo di €72.447,91, originato da affidamenti su due rapporti – un conto corrente e un conto anticipi – revocati e con i relativi saldi girocontati a sofferenza.
Il cliente, su consiglio del suo legale, si rivolgeva al nostro studio per l’analisi della documentazione contrattuale e degli estratti conto: a seguito di approfondito studio, si rilevava una differenza a favore del cliente (invece che della banca), dovuta a commissioni e spese mai pattuite e indebitamente addebitate, oltre che interessi anatocistici computati al saggio ultralegale.
Pertanto, si procedeva alla redazione di una relazione tecnico-contabile, allegando i computi da cui risultava un saldo a favore del correntista e si opponeva il decreto ingiuntivo sulla base delle doglianze rilevate in corso di analisi dei rapporti.
In corso di giudizio, il CTU ha dato ragione ai nostri computi, accogliendo quasi totalmente i principi e la metodologia applicati dal nostro studio in sede di ricalcolo del saldo, e rilevando infine (a seguito di opportune compensazioni) un saldo creditore di €37.954,23 a favore del correntista (contro l’originario debito vantato dalla banca di €72.447,91, per un recupero totale di €110.402,14).
Il Tribunale ha ritenuto di non tenere conto delle osservazioni critiche mosse dalla banca, facendo proprie le determinazioni del CTU e condannando la banca al pagamento di €37.954,23, oltre le spese di giudizio e di CTU.
La sentenza è disponibile per il download al seguente link.